Carlo Alberto Calacimenti - Alpinista

Alpinista 

Carlalberto, chiamato da tutti “Cala”, è sempre stato uno sportivo e un viaggiatore anche grazie allo spirito avventuriero di suo padre, che lo ha sempre portato con se in giro per il Mondo.

È proprio grazie a lui che alla giovane età di 12 anni Carlalberto era già in cima al Monte Bianco e pochi anni dopo ha compiuto le sue prime esperienze di alta quota sull’Ojos del Salado, Kilimanjaro e alcune montagne sopra i 6000 mt in Nepal. Dopo un’impegnativa attività di ciclismo su strada fino all’età di 15 anni, è passato alla corsa in montagna, all’arrampicata per impegnarsi poi maggiormente nello sci alpinismo e in faticose prestazioni in alta quota.

Per mantenersi in forma, oltre alla corsa in montagna d’estate e all’arrampicata, pratica lo sci alpinismo a livello agonistico con ottimi risultati. I suoi higlights della carriera sportiva sono: cima del Cho Oyu 2005, Ama Dablam in solitaria e in periodo monsonico no stop dal campo base alla cima e ritorno in 26 ore nel 2010, cima Manaslu e discesa con gli sci nel 2011.

In questo momento ogni sua nuova spedizione è mirata in funzione dell’utilizzo degli sci d’alpinismo.

A​ttualmente ​Cala ha raggiunto la cima delle 5 vette del​ prestigioso snowleopard ​ed è diventato, nel 2015, il primo ed unico italiano ad avere conseguito l'onorificenza snowleopard​, ​raggiungendo ​appunto ​tutte e 5 le montagne più alte (oltre 7000 metri) delle catene montuose del Pamir e del Tien Shan, discendendole con gli sci.

Nell’estate 2013 Cala ha raggiunto con successo la vetta del Korzhenevskaya Peak 7.105m, del Lenin Peak 7.134m e del Khan Tengri Peak 7.010m. Nell'8 ottobre del 2017 Cala raggiunge la cima dell Dhaulagiri (8156 mt) sciandola parzialmente, da 7000 mt in giù!

L'8 Febbraio il mondo dell’alpinismo piange la scomparsa di Carlo Alberto “Cala” Cimenti, che assieme a un amico, Patrick Negro, di Pragelato, è finisce sotto a una valanga nella zona del Sestriere. Il distacco è avvenuto snella zona della Cima del Bosco, un canale di grandi dimensioni che sfocia nella valle Argentera, quindi tra Cesana e Sauze di Cesana. Sono stati entrambi ritrovati grazie al segnale dell’Artva ma sotto diversi metri di neve.

Cala riposa in pace. 

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